domenica 10 febbraio 2013

FUORI DALL’EURO! BANK OF AMERICA E MERRIL LYNCH CI CONSIGLIANO DI USCIRE DALL’EURO.

Un recente Rapporto di Merrill Lynch sostiene che l’Italia è, fra i Paesi “periferici” europei, quello che avrebbe la maggior convenienza ad abbandonare l’euro. “L’Italia ha più incentivi della Grecia a uscire volontariamente dalla zona euro – si legge nel Rapporto -, mentre sarà più costoso per la Germania mantenere l’Italia all’interno.
Ciò significa che l’Italia potrebbe essere ancora più riluttante della Grecia ad accettare dure condizioni per rimanere”. 
Le motivazioni fornite a sostegno di questa ipotesi possono così riassumersi. Innanzitutto – il che peraltro varrebbe per tutti i Paesi dell’eurozona nel caso questa deflagri – l’Italia potrebbe avvalersi dello strumento delle svalutazioni competitive, modificando unilateralmente il tasso di cambio, e accrescendo le proprie esportazioni. Va detto che l’effetto collaterale di queste politiche – effetto sperimentato diffusamente negli anni nei quali l’Italia le ha adottate – consiste in un aumento del tasso di inflazione, imputabile a un aumento dei prezzi dei prodotti importati. E tuttavia, stando a Merrill Lynch, il primo effetto, per l’economia italiana, potrebbe essere di entità maggiore del secondo, a ragione del fatto che, molto più degli altri Piigs, l’Italia ha una struttura produttiva (ancora) relativamente robusta, con una quota relativamente significativa di imprese ben posizionate nei mercati internazionali.
In secondo luogo, come si legge nel Rapporto, potendo – nelle nuove condizioni – la Banca d’Italia stampare moneta (anche in questo caso, avverrebbe per qualunque altro Paese che abbandoni l’euro), ciò costituirebbe un potente freno alla speculazione sui titoli del debito pubblico. Si cita, a riguardo, l’esperienza russa. La Russia dichiarò default sul debito sovrano nel 1998 e dopo poco meno di un anno i titoli pubblici e privati di quel Paese subirono un consistente aumento di rendimento.
Uno studio della Bank of America/Merril Lynch, non proprio due istituzioni caritatevoli, tira in ballo la teoria dei giochi (Game Theory, nell’articolo), e nel finale apre la porta a conclusioni sconvolgenti.
Se consideriamo che la Germania e la Francia si stanno lentamente divaricando (segno di una prossima paralisi), che i partiti d’opposizione tedeschi stanno allontanandosi dal loro sostegno agli Eurobonds, che il “Movimento 5 stelle”, in Italia, si sta impennando (fatto che sta già complicando il programma di riforme del governo Monti), possiamo concludere di come questi fatti segnalino che il terreno comune nell’Eurozona si sta lentamente riducendo, e che il tempo sta per scadere.
Per approdondire