venerdì 27 dicembre 2013

Tumori e cancri: loro sparizione per autolisi

del Dottor Herbert M. Shelton
Herbert Shelton I soli cancri che essi guariscono sono quelli che non sono cancri. Asportare un tumore benigno e dire che con ciò si è guarito un cancro ai suoi inizi, costituisce, suppongo, una buona pubblicità; ma è anche una forma di sfruttamento del pubblico, che dovrebbe essere guarita mediante il plotone di esecuzione. A meno che la causa di un male non sia nota, trattarne i sintomi significa perdere il proprio tempo e andare incontro a un disastro. I medici possono diventare sempre più abili, nel guarire il cancro, ma la mortalità cancerosa continua a crescere. Se sanno guarire il cancro, perché non lo fanno? Cosa aspettano? Ma essi non sanno guarire. Non sanno guarire un raffreddore, non sanno guarire l’acne né i brufoli; non sanno guarire una semplice indigestione; non sanno guarire una semplice costipazione; non sanno guarire l’insonnia, riescono soltanto a fare, di coloro che ne soffrono, degli schiavi della droga. I medici stessi muoiono frequentemente di cancro, così come i membri delle loro famiglie. Un corpo professionale che risulta impotente di fronte a malanni semplici, quasi completamente funzionali, come quelli ora citati, ma che pretende di essere capace di guarire una malattia complessa come il cancro, pur confessando di ignorare la causa, dovrebbe essere spedito in un manicomio. I membri di questo corpo hanno forse compiuto enormi progressi nella diagnostica e la cura del cancro, nel corso dei tremila anni che sono trascorsi da quando gli Egizi hanno per la prima volta studiato questa malattia; ma, per quanto riguarda la scoperta della causa del cancro, non hanno fatto molta strada. Eppure, la conoscenza della causa di una malattia ha un’importanza primaria. Citiamo ancora una volta Small: «Alcuni chirurghi possono asportare quasi tutti gli organi del bacino e riportare i propri pazienti a una vita attiva dopo qualche settimana. Tuttavia, è virtualmente sicuro che in questo momento ci siano centinaia di donne che soffrono perché affette, per esempio, di cancro al collo dell’utero e che, per eccesso di pudore, andranno dal medico in ultima risorsa, soltanto dopo che vi saranno state costrette dal dolore o da altro insopportabile sintomo. Allora, sarà probabilmente troppo tardi». Il grosso delle operazioni chirurgiche è soltanto teatralità spettacolare, con finalità commerciali. La chirurgia non ha mai salvato un solo canceroso. Asportare una delle ghiandole, o uno dei canali del seno, per una tumefazione benigna e non uccidere in questo caso la vittima della frenesia chirurgica, è una cosa; asportare un sicuro cancro e registrare un nuovo caso di «ablazione riuscita di cancro», è ben altra cosa. L’ablazione di un tumore canceroso è già, di per sé, una azione stupida. Ma, dopo aver effettuato l’ablazione, si accelera la recidiva del tumore per mezzo dei raggi X e del radio, che complicano la situazione provocando un indurimento dei vicini tessuti «normali» e preparano così l’estensione del cancro nell’area vicina al tumore primitivo. Soltanto il più stupido dei somari può credere che una malattia sia guarita quando un organo o tutti gli organi contenuti in una cavità siano stati asportati. Non sarà certamente questo a sopprimere la causa della malattia. Che alcune donne riescano a sopravvivere a una tale operazione è cosa certa, poiché molte vi sono riuscite; ma bisogna dire che la vita che conducono in seguito, è lungi dall’essere attiva. In questo stesso momento, nel paese vi sono migliaia di queste donne, che soffrono cioè a causa della perdita degli organi asportati. Per altro verso, molti dei decessi che le statistiche attribuiscono alla mortalità cancerosa non sono dovuti al cancro, ma ad operazioni di questo genere. Ogni anno la chirurgia uccide migliaia di vittime, la cui morte viene imputata al cancro. Molte di tali vittime non soffrivano di cancro; lo si sospettava soltanto. Il vero carattere delle relazioni mediche è messo in luce da un estratto che Small ci fornisce di un rapporto sullo studio del «problema critico del ritardo», redatto a cura dei Dottori John E. Leach e Guy F. Robbins, del Memorial Hospital di New York. Vi si legge: «Malgrado tutti i progressi realizzati nella diagnostica e la cura del cancro negli ultimi venticinque anni, è un fatto che la riduzione della mortalità cancerosa, virtualmente possibile, è appena cominciata». In realtà, non è vero che sia iniziata una riduzione della mortalità cancerosa; semmai il suo aumento. E’ anche vero che la cura del cancro è oggi la stessa di venticinque anni fa: chirurgia, raggi X, radio. La causa del cancro, oggi, non è più nota ai medici di quanto non lo fosse venticinque o mille anni or sono. Questi stessi medici affermano che «la causa prima di questo insuccesso (l’incapacità di ridurre la mortalità cancerosa) non è dovuta alla mancanza di adeguati metodi terapeutici. La causa fondamentale di tale stato di cose è il tempo eccessivo che trascorre tra l’apparizione dei primi sintomi nel paziente e il momento in cui la cura comincia effettivamente». Questa dichiarazione avrebbe un senso se i medici conoscessero la causa del cancro e il loro intervento avesse un qualsiasi effetto positivo. Non consiglio mai di tardare a rimediare a un disturbo, qualunque esso sia, poiché quando una malattia si lascia evolvere, essa non può che peggiorare, a meno che non se ne sopprima la causa. Ma le visite mediche non rivelano mai le cause delle malattie; infatti, esse non hanno questa finalità. Un medico appare insieme ridicolo e stupido, quando parla di guarire il cancro, o qualsiasi altra malattia la cui causa gli è perfettamente ignota. Il medico, che non sa guarire un raffreddore, si dice sicuro di portare a buon fine un fenomeno patologico complesso come l’artrite e presto dirà di poter guarire anche il cancro. Le sue illusioni sulla guarigione sono così ben radicate, che egli immagina di poter guarire senza aver bisogno di eliminare la causa di un male, o solo di conoscerla. Non si può definire il cancro come un tumore maligno le cui cause sono ignote ed estranee all’organismo. Le cellule di tutti i tessuti cancerosi, presentando una deviazione patologica, sono notevolmente differenti dalle cellule di tipo normale dell’organismo. Il cancro, si dice, nasce e si sviluppa in un punto sottoposto a una «irritazione cronica». E’ spiacevole che, nello studio dell’evoluzione del cancro, non si pensi mai ad identificare le cause che hanno portato a tale irritazione cronica. La nascita e l’evoluzione di questo stato di irritazione cronica non sono oggetto di alcuna indagine. Se si avesse una chiara conoscenza di qualsiasi malattia sin dal suo insorgere, delle cause che l’hanno provocata e della necessità di sopprimerle, non esisterebbero malattie croniche. Non vi è differenza alcuna tra l’origine, l’inizio, di un cancro e quello di una tubercolosi o un’apoplessia. La trasformazione patologica di un organismo può manifestarsi in diversi modi, ma l’inizio è sempre lo stesso. Ogni cattiva abitudine, mentale o fisica, riduce la riserva di energie nervose, comportando così il rallentamento delle funzioni di eliminazione e, conseguentemente, la ritenzione e l’accumulo di residui delle cellule dell’organismo, causa di tossiemia. Quando la tossiemia raggiunge un tasso elevato, si produce una crisi dell’organismo (malattia acuta, febbre), mediante la quale esso mobilita le proprie energie per eliminare l’eccesso di residui. Poiché la causa della tossiemia non viene mai eliminata, le crisi si susseguono, fin quando sfociano in una malattia cronica. Tutti i punti attraverso i quali il corpo elimina i suoi detriti vengono allora sottoposti a un’irritazione caratteristica. Siccome le cattive abitudini non scompaiono e, conseguentemente, la tossiemia non diminuisce, i punti di eliminazione continuano a essere sottoposti ad irritazione anche dopo la sparizione dei sintomi. Ogni raffreddamento aggrava l’irritazione, finché la stessa si trasforma in infiammazione. L’infiammazione aumenta, o sfocia in una ulcerazione. L’infiammazione cronica finisce per rendere duri i tessuti, creando uno stato d’indurimento. All’indurimento può seguire uno dei tre seguenti fenomeni: cancro, tubercolosi, varie malattie degenerative e paralizzanti, dette «malattie della vecchiaia», che hanno preso questo nome soltanto perché esse appaiono dopo una lunga evoluzione. L’ulcerazione del collo della matrice è la conseguenza di un catarro cronico di tale parte dell’organo; l’ulcerazione dell’intestino tenue è la conseguenza di un catarro intestinale cronico; l’ulcera gastrica è la conseguenza di una gastrite cronica. Le ulcere del naso sono la conseguenza di un catarro nasale cronico. Nessuna affezione maligna lo è sin dall’inizio, e molti pazienti, se lasciati a se stessi, si ristabilirebbero prima dell’apparizione dei sintomi di malignità; ma il trattamento al quale vengono sottoposti finisce spesso per provocare una rapida trasformazione di un male benigno in male maligno incurabile. Le masse cellulari anomale che costituiscono i neoplasmi traggono origine dal leggero aggravamento di uno stato di circolazione sanguigna già ostruita. La stessa cosa avviene per le iperplasie. Il cancro è uno stato patologico caratterizzato dal restringimento graduale dei vasi sanguigni (dai quali tutte le cellule ricevono il proprio nutrimento) fino all’occlusione completa di tali vasi. Un neoplasma che si metta a «crescere» sul seno, per degenerare nell’orrenda massa putrescente chiamata cancro, ha, così, un’origine molto semplice. Quando un tumore ha una capsula spessa e resistente, che intralcia la sua crescita volumetrica, il suo contenuto tende a raggiungere una tale densità, che i capillari e le piccole arterie finiscono per risultare completamente ostruite. Il tumore si trova, cosi, sempre più tagliato fuori dal circuito sanguigno e finisce per morire di asfissia. Il nucleo del tumore entra allora in decomposizione, e ciò comporta un avvelenamento settico (un avvelenamento del corpo dovuto alle sostanze putride che passano ogni giorno dalla massa in decomposizione al resto del corpo). Questa setticemia cronica (setticemia: avvelenamento settico dei sangue) dà, a sua volta, seguito alla cachessia, che è lo stato in cui lo sviluppo cellulare dell’intero organismo viene cronicamente colpito dall’avvelenamento settico. Quando il processo che abbiamo appena descritto si verifica in un tumore, lo si può chiamare cancro. La trasformazione di un tumore benigno in un tumore maligno è avviata dall’ostruzione del circuito sanguigno e dall’asfissia cellulare che ne consegue. A partire da questo momento, non esiste alcun fattore estrinseco al tumore, sia patologico, sia eziologico, che possa influire in qualche modo su di esso. L’indurimento delle ghiandole linfatiche vicino al tumore costituisce il primo segno della sua trasformazione maligna. Come dice il dottor Tilden: «Che il cancro sia mortale, non ha nulla di particolarmente incomprensibile. Un cancro non è altro che sepsi, il prodotto mortalmente virulento della putrefazione dei tessuti, che si trova nelle ferite e nelle appendiciti mal curate, nella febbre puerperale nonché in molti altri risultati dell’incommensurabile e catastrofica ignoranza medica. E’ lo stesso tipo di avvelenamento mortale che si manifesta dopo un aborto (sia esso “legale” o “criminale”), oppure in occasione dei parti, quando l’ostetrico, o supposto tale, è in realtà un dilettante che raffazzona i parti per affrettarsi ad andare sul campo da golf o a teatro, lasciando così prive di cure le mutilazioni provocate dai suoi interventi rapidi e anormali». Un certo numero, in verità molto esiguo, di casi di cancro sono finiti con una guarigione. Generalmente, tuttavia, è lecito dire che quando un tumore è diventato maligno la guarigione è impossibile. Tutti i palliativi quali droghe, operazioni, raggi X, radio e gli altri tipi di cura, che i medici non si fanno scrupolo di sperimentare sui propri malati, sono crudeli ed inumani. La legge dovrebbe obbligare i medici che praticano tali atti di crudeltà ad astenersi dal farlo od a smettere di praticare la propria professione. Tratto dal libro del Dottor Herbert M. Shelton: “Tumori e cancri: loro sparizione naturale per autolisi”
Fonte : http://www.dionidream.com/tumori-e-cancri-loro-sparizione-per-autolisi/#more-7862

giovedì 12 dicembre 2013

Uruguay è primo paese al mondo a legalizzare cannabis

Sostenitori della legge per la legalizzazione della cannabis a Montevideo, Uruguay, il 10 dicembre. (Andres Stapff, Reuters/Contrasto)
Il senato uruguayano ha approvato in via definitiva la legge che legalizza la produzione, il consumo e il commercio della cannabis. Dopo 12 ore di dibattito, il testo è stato approvato con 16 voti a favore e 13 contrari. La camera aveva già dato il via libera alla legalizzazione a luglio. Se la costituzionalità della legge sarà confermata, il provvedimento entrerà in vigore ad aprile del 2014. Sarà consentito ai maggiorenni, residenti nel paese, di acquistare fino a 40 grammi di marijuana. La legge è stata proposta dal presidente José Mujica, che crede che la legalizzazione delle droghe possa aiutare a sconfiggere il commercio illegale, fonte di ricchezza per la criminalità organizzata. “È una risposta pragmatica al traffico di droga, visto che la guerra al narcotraffico in Sudamerica è fallita”, ha detto il senatore Roberto Conde, sostenitore della legge. Ma non mancano i critici che accusano il presidente di voler sperimentare sulla pelle dei cittadini. Anche papa Francesco durante il suo viaggio in Brasile a luglio ha criticato la legalizzazione della cannabis, senza fare riferimento esplicito all’Uruguay. L’11 dicembre i sostenitori della legge si sono radunati di fronte al congresso, a Montevideo, per festeggiare l’approvazione della norma.
Fonte : http://www.internazionale.it/news/tmnews/2013/12/11/uruguay-e-primo-paese-al-mondo-a-legalizzare-cannabis/
http://www.internazionale.it/news/america-latina/2013/12/11/luruguay-legalizza-la-marijuana/?ei=5zGoUpC2CMOA1waVJw?&rt=HOMEPAGE?&vm=STANDARD?&bvm=section?&did=4876985385702842585?&sid=it_it-w?&ssid=w?&gcnid=858

martedì 10 dicembre 2013

Templari di Aragona: I Dominatori dell’Economia Mondiale


Trascrizione video: “Ora, chi è a dominare il mondo della finanza? È l’Impero Romano, altrimenti noto come la Santa Sede tramite la Compagnia di Gesù, dal 1814. La Legge dell’Ammiragliato, che gestisce l’intera infrastruttura commerciale mondiale è fondata sul Diritto Canonico Vaticano, la cui ultima revisione risale al 1984. Tale Diritto è stato perfezionato dall’Impero Romano che grazie ad esso ha dominato e signoreggiato in ogni ambito. Che risiediate in Israele o in Turchia, siete comunque obbligato a condurre i vostri affari ricorrendo al sistema Romano della Legge dell’Ammiragliato che risale al tempo dei Fenici, ed è oggi noto come Diritto Marittimo Internazionale (Legge dell’Ammiragliato), o più semplicemente ‘Law of the High Seas’ (Diritto delle Acque Internazionali). Il Mare rappresenta la fonte stessa del potere ecclesiastico della Santa Sede (Holy See/Holy Sea), altrimenti nota come la Cattedra (Seggio) di Pietro. Il Mare (Elemento Acqua) è il dominio della Dea della Luna, Yarikh (Tanit) la cui figura idealizzata è rappresentata dalla Maria (Vergine) della Chiesa Cattolica, è di questo che in realtà si tratta. Ricordatevi di questo, la Chiesa adora in effetti figure quali Crono (Saturno), Zeus e Selene della mitologia greca. Le persone interessate al ruolo giocato dal potere papale nell’ambito dell’economia mondiale dovrebbero cominciare a studiare la Bolla Papale “Unam Sanctam” che Papa Bonifacio VIII promulgò nel 1302. Si tratta dello stesso Papa che distrusse i Cavalieri Templari, all’inizio del XIV secolo e che successivamente consegnò il loro antico potere e le loro ricchezze ai Cavalieri di Malta nel 1312, grazie alla Bolla Papale “Ad Providam”. Oggi tutte le più potenti linee di sangue Reali, e i loro rappresentanti, fanno parte dei Cavalieri di Malta, personaggi quali l’Imperatore stesso, Re Juan Carlos di Spagna il Principe Vittorio Emanuele IV abbiamo quindi le Dame di Malta, quali la Regina Beatrice ed Elisabetta Maria II. Sono tutti parte integrante di tale antica struttura di potere che gestisce il mondo per conto del Papato. Le sedicenti sezioni protestanti riconosciute rispetto ai Cavalieri di Malta Cattolici sono controllate dal Cardinale (Cattolico) e Gran Maestro Matthew Festing e soggette alla sua autorità, esercitata tramite l’Alleanza degli Ordini di S. Giovanni di Gerusalemme che ha sede a Ginevra, in Svizzera, il cantone controllato dalla Casa dei Savoia, il cui vertice è il Principe (Vittorio) Emanuele IV, che non è semplicemente un Cavaliere di Malta, è inoltre un Cavaliere dell’Ordine di Costantiniano (di San Giorgio) ed un Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, appunto come Re Juan Carlos di Spagna. La Sovrana City of London (Città di Londra) è nota nell’ambito dell’occulto come la ‘Nuova Gerusalemme’ ed è gestita dai Titolati dell’Ordine di Malta, che lo acquisirono dai Titolati dell’Ordine Templare, altrimenti noti come i Cavalieri Templari, grazie alla Bolla “Ad Providam” del 1312, di Papa Bonifacio VIII. L’intero settore commerciale mondiale odierno fa riferimento al ‘Miglio Quadrato della Servitù’ a partire dal Cestui Que Vie Act, del 1666, che stabilisce la servitù collettiva (mondiale), e che è fondato su un certo numero di Bolle Papali quali la “Aeterni Regis” del 1481, di Papa Sisto IV mentre l’intera struttura risale naturalmente all’originaria “Unam Sanctam”, del 1302. Mi spiace informarvi del fatto che il Sacro Romano Impero non sia mai finito, si è solo indebolito in una certa fase, ed è ora tornato pienamente operativo, come profetizzato dalle Scritture. Potrebbe risultare interessante studiare il Congresso di Vienna, tenuto nel 1814, per rendersi conto di tutto questo. Guarda caso, quello fu lo stesso anno in cui la Compagnia di Gesù (Gesuiti) assunse il controllo assoluto della Santa Sede, questione resa definitivamente nota ai bene informati a partire dal 1870, con la Dottrina dell’Infallibilità (Papale). Il Cavaliere di Malta Heinz (Henry) Kissinger, un agente del DVD (Deutsche Verteidigungs Dienst) e un Hofjuden (Ebreo di Corte) Frankista Sabbatiano, ha reso noto a tutti che per controllare il mondo sia necessario controllare il settore finanziario. Ha reso noto che per controllare tutte le nazioni sia necessario controllare l’energia. E Kissinger ha inoltre reso noto che per controllare tutti i popoli sia necessario controllare le risorse alimentari. Fate caso a dove organizzazioni quali la FAO delle Nazioni Unite hanno le proprie sedi sono a Roma, in Italia. Vi suggerirei di studiare il caso della Rabobank dei Paesi Bassi se volete vedere all’opera una delle strutture finanziarie più potenti nell’ambito del settore agricolo, rendendovi conto di quanto sia potente in effetti tale banca privata. Molti non ne hanno mai sentito parlare. Tutte le nazioni sono controllate dai Cavalieri di Malta tramite la Worshipful Company of Fuelers (una delle ‘Livery Companies’) che controlla il settore dell’energia, quello degli eserciti e dell’Intelligence. I Cavalieri di Malta utilizzano la Worshipful Company of Grocers per controllare il settore alimentare. Mentre il sistema finanziario (mondiale) è controllato dai Cavalieri di Malta tramite la Worshipful Company of International Bankers. Queste Livery Companies sono gestite come la Massoneria e potrete notare come ognuna delle Livery Companies sia essa stessa, tecnicamente parlando, una loggia massonica e a capo di tale loggia vi è un Maestro Venerabile, come potete notare nel caso di qualunque altra loggia massonica. Noterete inoltre su numerosi degli stemmi di tali Livery Companies le frecce, simbolo dei Cavalieri Templari come accade nel caso della Worshipful Company of Grocers. Solitamente tali frecce sono nere, le vedrete ovunque in Svizzera località in cui gli stessi Cavalieri Templari si rifugiarono per sfuggire alla soppressione così come ripararono in Portogallo e in Scozia. Quello che non vi hanno riferito è che ad un certo numero di Cavalieri Templari fu concesso di riparare nella potente Aragona. La Massoneria ebbe origine ad Aberdeen in Scozia, nel XV secolo e in seguito, nel 1598 e 1599, furono approvati i suoi regolamenti ufficiali, diciamo così, sulla base degli statuti creati da William Schaw. Quest’ultima rappresenta l’originaria Massoneria creata dai Cavalieri Templari di Scozia. Oggi ci sono scontri tra fazioni templari, così come tra fazioni di non-templari. I Templari di Aragona, che ebbero origine dall’Ordine di Calatrava e dall’Ordine di Montesa erano impegnati in attività di infiltrazione, intendevano assumere il controllo del mondo e di tutti gli ambiti riferibili alla Massoneria di origine Templare. I Templari di Aragona si trasformarono in un ordine noto in Spagna come ‘Los Alumbrados’. Questi ultimi, oggi, sono noti come la Compagnia di Gesù, l’ordine che domina il mondo tramite la sua struttura di origine Templare fondata sul potere e sul denaro, ispirata agli antichi Hashashin del Medio Oriente con cui Ignazio di Loyola ebbe stretti rapporti nel corso del suo viaggio in Medio Oriente. Quest’ultimo rappresenta lo stesso antico Ordine del Medio Oriente da cui trae origine la struttura di potere adottata da tutti i Cavalieri Templari, dato che si era dimostrata perfetta per ottenere un controllo ed una obbedienza assolute. I Templari di Aragona, con la Compagnia di Gesù, istituirono un Ordine specifico nel XVIII secolo noto come Rito Scozzese Antico e Accettato della Massoneria. Tutti i gradi furono creati dalla Compagnia di Gesù (Gesuiti), anche quelli istituiti da Federico il Grande (di Prussia), il loro protettore. Tale Ordine fu creato per incorporare l’intera Massoneria ed eliminare l’elemento in competizione rappresentato dai massoni scozzesi. Tutto ciò non ha assolutamente nulla a che vedere con la diatriba Cattolicesimo vs. Templarismo, si tratta semplicemente di Templarismo vs. Templarismo. Ricordate che alla Compagnia di Gesù non importa nulla del Cattolicesimo, anche se si scoprisse questa verità. Sono membri della Fratellanza Saturniana, come reso evidente dal loro logo IHS, in cui la H rappresenta l’antico simbolo di Saturno (Crono), la Divinità del Giudizio e del Tempo. Rappresentano il contraltare degli adoratori di Zeus, altrimenti noto come la Cattedra di Pietro. Aborriscono Zeus, e in effetti fanno parte della Fratellanza Tifoniana (di Tifone/Set/Saturno). Tutto questo risulta particolarmente interessante quando vi rendete conto delle connessioni tra il Casato dei Borbone e la Compagnia di Gesù nella figura dell’Imperatore, il Re Juan Carlos di Spagna, discendente della famiglia Farnese che finanziò la Compagnia di Gesù per conto di Francesco Borgia. Alcuni potrebbero obiettare che nell’ambito della Massoneria esista anche il Rito di York. Personalmente ritengo che il Rito Scozzese abbia il potere di gran lunga più rilevante nell’ambito di tale Impero Romano. I numerosi personaggi coinvolti in questa cospirazione quali, tra gli altri, il Cavaliere di Malta Tony Blair, William (Bill) Clinton ecc. sono tutti Massoni del Rito Scozzese di elevato livello. Guarda caso, Dealey Plaza, dove il presidente degli Stati Uniti J.F. Kennedy fu assassinato dalla Permindex, agli ordini di Sir John Hobson era in effetti controllata dal Rito Scozzese. L’attacco fu eseguito ad opera dei Cavalieri di Malta, molti dei quali si recarono lì in prima persona per essere testimoni dell’evento, come fece il Cavaliere di Malta George Herbert Walker Bush che ha guidato l’agenzia di intelligence nota come Deutsche Verteidigungs Dienst (DVD) per 34 anni. Sapreste dirmi quale altro leader dell’Intelligence sia rimasto costantemente al vertice nel corso di un arco di tempo tanto lungo? E’ stato tra l’altro Direttore della CIA per un anno, poco prima di assumere il comando della DVD. Vi suggerisco di verificare i legami tra questi ultimi e la Divisione n° 5 dell’FBI, nel caso dell’omicidio di John F. Kennedy e le loro connessioni con il Quebec Gesuita, in occasione di numerosi eventi, incluso l’11 Settembre. Il Rito di York è profondamente connesso al Cattolicesimo tramite l’ordine massonico e militare della Croce Rossa di Costantino. Vorrei ricordarvi che a un livello più elevato rispetto ai Cavalieri di Malta abbiamo il Sacro Militare Ordine Costantiniano di S. Giorgio ed inoltre l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Guarda caso, quest’ultimo ordine ha il compito di proteggere il Superiore Generale della Compagnia di Gesù ed inoltre Borgo S. Spirito (a Roma). Un’altra struttura di protezione operativa a Borgo S. Spirito è il Centro Nacional de Intelligencia spagnolo struttura che, guarda caso, non condivide con altre agenzie le proprie informazioni di intelligence al contrario di ben più note agenzie di intelligence, quali l’MI6 e la CIA. Possiamo passare quindi alla Gran Loggia Unita della Massoneria (UGLE), che non rappresenta affatto l’Occhio Onniveggente della Massoneria, e che è attualmente guidata dal Gran Maestro il Duca di Kent. L’effettivo ed assai più potente Occhio Onniveggente della Massoneria è rappresentato dalla potentissima Gran Loggia Ekklesia con sede a Città del Vaticano, controllata dalla Compagnia di Gesù, che ingloba logge parte tanto del Rito di York quanto del Rito Scozzese, incluso l’Ordo Templi Orientis”. Craig Oxley – The Unhived Mind / Traduzione: moksha75ar/Heimskringla / Fonte: connessionecosciente.wordpress.com

giovedì 5 dicembre 2013

Ambrosio Vilhalva: assassinato il leader dei Guaranì


ambrosio vilhalva
Ambrosio Vilhalva è stato assassinato. E' morto il leader dei Guaranì, un popolo indigeno che vive tra la Bolivia, il Brasile e il Paraguay. L'uomo è stato accoltellato la notte del 1° dicembre, mentre si trovava nel villaggio di Guyaroka-Caarapo. L'attivista per i diritti delle popolazioni indigene avrebbe ricevuto numerose minacce di morte nell'ultimo periodo.

Gli Indios vedono così sottratte le proprie terre, perdendo la propria patria pezzo dopo pezzo. Vilhalva aveva lottato contro tutto questo,
 aveva denunciato al mondo i soprusi nei confronti dei Guaranì e si era trasformato in un personaggio scomodo. Aveva una sola richiesta: che il suo popolo venisse tutelato, che l'accaparramento di terra avesse fine al più presto.Aveva raggiunto la notorietà in tutto il mondo dopo essere stato protagonista del film "La terra degli uomini rossi", di Marco Bechis, ma la sua fama era dovuta soprattutto all'attivismo sociale e ambientale. La vita delle popolazioni indigene sudamericane si trova minacciata in continuazione dall'espansione delle piantagioni di canna da zucchero.
Il leader dei Guaranì era stato protagonista di incontri internazionali e aveva viaggiato in tutto il mondo per raccontare il dramma della propria tribù. Le prime notizie suggeriscono che non vi sono legami tra la morte di Vilhalva e le minacce ricevute di recente da parte di coloro che mal sopportavano la sua battaglia contro le attività illegali di deforestazione.
La polizia al momento ha arrestato il suocero di Vilhalva. L'uomo ha però negato di esserne l'assassino. Ambrosio Vilhalva era una figura di vitale importanza per la difesa delle terre del popolo Guaranì. Ora resteranno da chiarire le motivazioni della sua scomparsa, probabilmente legate alla sua attività di difesa dei territori dei Guaranì, nonostante le smentite.
Nel 2007 la tribù di Vilhalva era riuscita a recuperare parte delle terre che erano appartenute agli antenati. Gran parte di esse è stata distrutta a disboscata per fare spazio ad enormi piantagioni di canna da zucchero. Tra i proprietari di una delle piantagioni troviamo un potente uomo politico locale. Jose Teixeira, che si trova al lavoro su di un progetto dedicato ai biocarburanti con la multinazionale del petrolio Shell.
I Guaranì hanno espresso un'unica speranza: la loro battaglia per la riconquista delle terre degli antenati non finirà con la morte di Ambrosio Vilhalva. Terra e giustizia, ecco i maggiori obiettivi dei popoli indigeni, che in nome del loro leader appena scomparso non si arrenderanno di fronte a coloro che vogliono deprivarli della loro patria.
Marta Albè
Fonte foto: news.com.au

domenica 10 novembre 2013

L’oceano Pacifico è morto. Il resoconto di una traversata fa il giro del mondo

Ivan Macfadyen, l'oceano Pacifico è mortoL’oceano Pacifico è morto, è svuotato di ogni vita. Ci sono solo rifiuti e barche per la pesca industriale intente a saccheggiare accuratamente quel poco che è ancora rimasto.
Sta facendo il giro del mondo, sui media di lingua inglese, il racconto struggente, tragico e a suo modo poetico di un marinaio, Ivan Macfadyen (foto), che ha ripetuto la traversata del Pacifico effettuata dieci anni fa. Allora fra l’Australia e il Giappone bastava buttare la lenza per procurare pranzo e cena succulenti. Stavolta in tutto due sole prede. Dal Giappone alla California, poi, l’oceano è diventato un deserto assolutoformato da acqua e rottami.
Nessun animale. Non un solo richiamo di uccelli marini. Solo il rumore del vento, delle onde e dei grossi detritiche sbattono contro la chiglia.
Il racconto di Ivan Macfadyen, vecchio marinaio col cuore spezzato dopo 28 giorni di desolata navigazione nel Pacifico, è stato raccolto dall’australiano The Newcastle Herald ed è stato variamente ripreso da decine e decine di testate, tutte in inglese.
Macfadyen ha navigato con il suo equipaggio a bordo del Funnel Web sulla rotta Melbourne -Osaka – San Francisco. Dice di aver percorso in lungo e in largo gli oceani per moltissimi anni, dice di aver sempre vistouccelli marini che pescavano o che si posavano sulla nave per riposarsi e farsi trasportare. E poi delfini, squali,pesci, tartarughe… Stavolta nulla di tutto ciò: nulla di vivo per oltre 3.000 miglia nautiche.
Unica apparizione, poco a Nord della Nuova Guinea, quella di una flotta per la pesca industriale accanto ad una barriera corallina. Volevano solo il tonno, tiravano e ributtavano in mare – morta – ogni altra creatura marina.
E poi la parte più allucinante del viaggio, quella dal Giappone alla California, costantemente accompagnata dalla gran quantità di rottami trascinati in mare dallo tsunami del 2011, quello che ha innescato la crisi diFukushima.Rottami, rottami grandi e piccoli ovunque: impossibile perfino accendere il motore. Rottami non solo in superficie ma anche sui fondali, come si vedeva chiaramente nelle acque cristalline delle Hawaii. E poiplasticarifiuti di plastica dappertutto.
Nel racconto di Ivan Macfadyen un solo elemento è direttamente riconducibile ai tre reattori nucleari in meltdown sulla costa giapponese: dice di aver raccoltocampioni destinati ad essere esaminati per laradioattività e di aver compilato durante il viaggio questionari periodici in seguito a richieste provenienti dal mondo accademico statunitense.
Però non si può non pensare a Fukushima quando Macfadyen afferma che nelle acque del Giappone il Funnel Web ha perso il suo colore giallo brillante e quando dice che uno dei pochissimi esseri viventi incontrati dal Giappone alla California era una balena che sembrava in fin di vita per un grosso tumore sul capo.
Sui social e nei commenti sul web si fa un gran parlare della relazione fra Fukishima e l’assenza di esseri viventi fra Giappone e California.
Io sottolineo tre elementi: primo, la sorgente di radioattività di Fukushima, sebbene molto intensa, paragonata alla vastità dell’oceano diventa come uno sputo in un fiume; secondo, nei dintorni di Fukushima e prima di diluirsi nella vastità dell’oceano la radioattività effettivamente si accumula nella catena alimentare e vi resterà per molti decenni; terzo, una desolazione vasta e assoluta come quella raccontata da Macfadyen si sposa benissimo con gli effetti della pesca industriale dissennata, senza bisogno alcuno di scomodare la radioattività i cui effetti sensibili – stando alle informazioni note – si limitano al tratto di mare davanti ad una parte delle coste giapponesi.
Il Pacifico è morto – si è rotto, per usare l’espressione di Macfadyen – e l’ha ucciso il genere umano, che sta al pianeta come una nuvola di cavallette sta ad un campo di grano. Macfadyen, raccolta il The Newcastle Herald nel seguito della storia, non ha voluto rilasciare altre interviste dopo quella che ha fatto così tanto rumore. Desidera però che il mondo sia consapevole di quanto egli ha visto. Accontentiamolo.

sabato 9 novembre 2013

ANONYMOUS ITALIA VS ENEL: GRAVE PERICOLO PER LA CENTRALE NUCLEARE IN SLOVACCHIA

Gli Anonymous 'bucano' l'Enel e inchiodano l'azienda. Parte dell'archivio di leaks sottratti riguarda la centrale nucleare di Mochovce in Slovacchia e una tempesta potrebbe abbattersi sulla società italiana dopo le scoperte fatte dagli Anon Italy. Il lavoro fatto dai pirati informatici sembrerebbe essere degno di grandi investigatori. Certo, fatto con la loro inevitabile prepotenza, ma in casi come questo, tale prepotenza potrebbe salvare migliaia di vite. Si legge infatti, che i reattori sono costruiti con materiali scadenti e che tutto è stato fatto passare e messo a tacere dalle ditte di controllo. Vediamo cos'è successo
L'Enel, nel 2006 compra il 66% di azioni della Slovenské Elektrárn, azienda slovacca per la produzione fdi energia, tra cui quella nucleare, per un totale di 839 milioni di euro, avendo poi in programma, nel decennio successivo, di investirne altri 1,9 miliardi. Controllando così un totale di 7 mila megawatt di energia, ovvero l'83% della capacità del Paese. Nel 2010 Enel investe 2,8 miliardi di euro per costruzione di una centrale nucleare da 880 megawatt a Mochovce, 120 chilometri da Bratislava. Poi l'azienda italiana chiede altri 800milioni di auro allo stato slovacco, che detiene il restante 34% delle azioni, per terminare i lavori. Il gruppo italiano – come ha comunicato Greenreport - avrebbe motivato le richieste «con la necessità di soddisfare importanti misure di sicurezza internazionali decise dopo il disastro avvenuto nel marzo 2011 a Fukushima in Giappone. I costi delle due unità erano inizialmente stimati a 2,8 miliardi di euro»
#OperationGreenRights, gli Anonymous che si battono per la salvaguardia dei diritti del pianeta, contro l'inquinamento, cominciano a scavare negli archivi telematici del Gruppo Enel. Da qui sembra scoppiare il caso: mail pubblicate dai CyberHactivisti, denunciano che «le email sottratte dalla ditta STF Controlli (STF S.p.A.) e dall'account privato di un membro di Ansaldo dimostrano che i reattori 3 e 4 sono stati montati da manodopera priva di competenze e senza alcuna documentabile supervisione».Così, per 'festeggiare' il 5 novembre, gli Anonymous Italy, rilasciano 330 Mb di leaks contenenti conversazioni che inchiodano la società italiana: «La documentazione che STF Controlli ha presentato ad ENEL è stata manipolata per nascondere i numerosissimi difetti dei due reattori in fase di ultimazione».
anonymous enelE continuiamo a leggere una mail datata marzo 2013, come fanno sapere gli Anon nel loro press: «da un controllo eseguito presso il cantiere di Mochovce si evince che l'ispettore che ha seguito le attività di montaggio non ha gestito la qualità dei processi e la documentazione in modo appropriato",ma "attualmente la documentazione è stata resa conforme,nonostante l'immensità di incongruenze riscontrate»,tuttavia «non sono stati fatti i dovuti controlli». Ciò significa che nessuno ha controllato davvero che i lavori di montaggio dei reattori 3 e 4siano stati effettuati correttamente,infatti si riscontra un' «immensità di incongruenze» rispetto al progetto pattuito. Queste "incongruenze" sono lavori mal eseguiti. Tuttavia la documentazione rilasciata ad ENEL «è stata resa conforme»,cioè tutti i problemi sono stati taciuti manipolando i dati. Come sottolinea lo stesso mittene ( membro di STF ) «la situazione riscontrata è ancor piu'grave se si considera che trattasi di componente montato in una centrale nucleare».
“Le email che ci apprestiamo a pubblicare - incalzano gli Anonymous Italy nel press - riguardano la centrale nucleare diMochovce in Slovacchia. Il materiale rilasciato contiene anche documenti inerenti a controlli svolti sulle più svariate componenti dell'impianto. Premettiamo che ENEL proprietaria dell'impianto tramite la controllata Slovenske Elektrarne stà completando la costruzione di due nuovi reattori privi, come i due già esistenti dei requisiti minimi di sicurezza come ad esempio doppie pareti di contenimento del materiale fissile. Per la costruzione dei due nuovi reattori ( 3 e 4 ) saranno utilizzati materiali sovietici prodotti prima del disastro di Cernobyl. Seguono le spiegazioni dettagliate di due diversi gruppi di documenti che riportano controlli inerenti ai citati reattori 3 e 4 effettuati in un caso da Ansaldo e nell'altro da STFcontrolli per conto di ENEL”.

Credits Photo: Greenpeace; Anonymous Italy

Realizzato in Russia un impianto per produrre benzina dalla spazzatura

Ingbenza 2egneri russi dalla città siberiana di Tomsk hanno creato un impianto che trasforma la spazzatura odinaria in benzina. L’impianto può essere caricato di tutti i rifiuti contenenti carbonio, e cioè mozziconi di sigarette, cenere, carta straccia, segatura.
Si preme un bottone e il cumulo di spazzatura sparisce dentro l’impianto. I rifiuti vi vengono sminuzzati e poi alimentati in un reattore speciale, dove dai composti ottenuti di carbonio e di idrogeno viene sintetizzata benzina.
L’impianto sperimentale può produrre fino a 200 litri di carburante all’ora. Tutto dipende dal nostro desiderio, rassicura Serghej Zotov, progettista capo dello studio sperimentale:
Possiamo modificare i parametri e cominciare a produrre un carburante più pesante. Ad esempio, nafta o cherosene per aerei. Per ottenere altri elementi, ad esempio alcol, basta semplicemente cambiare le regolazioni dell’impianto.
Il costo di produzione del carburante è fantastico, e cioè 0,001 euro al litro. L’energia per il lavoro di questo impianto ci vuole soltanto all’atto di avviamento. Poi si alimenta da solo. A questo scopo in esso è inserita un’unità che genera energia. Se un tale aggregato sarà installato in una casa d’abitazione, si può creare un ciclo chiuso di trasformazione di tutti i rifiuti in calore ed energia elettrica, dice Sergej Zotov:
Tale impianto può essere piazzato nel sotterraneo di una casa d’abitazione dove trasformerà benissimo rifiuti domestici. Il calore emesso durante le reazioni di ossidazione può essere usato per il riscaldamento dell’edificio.
I ricercatori hanno iniziato a studiare questa tecnologia già all’inizio degli anni ’80 per poter usarla in caso di guerra nucleare quando diventerebbe impossibile estrarre e trasformare il petrolio. I ricercatori di Tomsk hanno deciso che tale tecnologia sarà molto utile anche ai tempi di pace. E così dopo alcuni anni di lavoro è stato realizzato l’impianto AIST, una fonte alternativa di carburante sintetizzato.
Gli esperti sono rimasti sbalorditi quando hanno conosciuto il numero ottanico della benzina prodotta sull’impianto AIST, e cioè corrisponde allo standard Euro-5. È un carburante di extra e di superlux classe. Adesso tale carburante viene usato forse solo nelle auto da corsa.
I partecipanti del progetto innovativo hanno deciso di testare il loro prodotto sulle proprie auto e tra un po’ di tempo hanno cominciato a dimenticare dell’esistenza dei distributori di benzina. Il loro impianto di laboratorio li rifornisce stabilmente di carburante.
I progettisti promettono di dimostrare fra un anno un modello industriale. Se ne programmano alcune versioni: per grandi aziende, per case d’abitazione e mini-impianto mobile.

La nuova rivoluzione industriale: il contributo dei maker

La crisi economica ha provocato una caduta della produzione ma per invertire la rotta bisogna puntare su settori in cui i tanti giovani di talento si sentono rappresentati. I maker costituiscono un movimento culturale contemporaneo, che rappresenta un’estensione su base tecnologica del tradizionale mondo del fai da te. In molti oggi non esitano a definire questo fenomeno come una nuova “rivoluzione industriale”.”Da qualche anno una piccola rivoluzione industriale è in atto in settori che vanno dall’aerospazio all’oreficeria e non solo per creare prodotti unici, ma in generale per innovare i processi di disegno, prototipazione e riparazione. In un prossimo futuro i pezzi di ricambio industriali non si spediranno ma si faranno stampare direttamente al cliente fornendogli le specifiche software”.Tra gli interessi tipici dei maker vi sono realizzazioni di tipo ingegneristico, come apparecchiature elettroniche, realizzazioni robotiche, dispositivi per la stampa 3D, e l’uso di apparecchiature a controllo numerico, ma anche attività più convenzionali, come lavorazione del metallo, del legno e dell’artigianato tradizionale.
In Italia abbiamo makersitaly che rappresenta il primo passo nel portare Maker Faire nel nostro paese e  vede come suoi promotori il co-fondatore del progetto Arduino e  un noto giornalista e divulgatore scientifico sui temi dell’Innovazione e promotore del Digitale in Italia.
Ma chi sono questi maker? Sono creativi tecnologici e digitali, innovatori fai-da-te, hobbisti avanzati, start-up con un’idea nel cassetto… rappresentano i grandi protagonisti del nostro futuro. Come possiamo aiutarli?
Con l’uso efficiente dei fondi UE bisogna attuare un’ampia strategia di investimento conforme alle priorità di Europa 2020 ma che sia coerente con i programmi nazionali di riforma. Tra le priorità c’è la crescita intelligente (sviluppare un’economia basata su conoscenza e innovazione) le cui iniziative legate all’agenda digitale europea; all’unione dell’innovazione; e all’Youth on the move.
Premesso che buona parte dei fondi strutturali dell’Unione Europea sono gestiti a livello nazionale o regionale e i progetti sono selezionati dalle competenti autorità (oltre il 76% del bilancio dell’Unione è gestito dalle autorità nazionali e regionali).
La Commissione Europea gestisce solo il 22% sotto forma di sovvenzioni del bilancio UE. Le domande possono essere presentate direttamente alla Commissione europea o all’agenzia esecutiva che gestisce il programma.
Il 19 luglio 2013 è stata trasmessa al Parlamento Europeo la lista dei programmi MFF 2014-2020.
La Commissione Europea ha recentemente presentato il position paper  sulla preparazione dell’Accordo di Partenariato e dei Programmi in ITALIA per il periodo 2014-2020. Anche il contratto di partenariato contiene le modalità per garantire l’allineamento con la strategia Ue 2020 (analisi disparità, sintesi Vexa PO, sintesi risultati attesi) + elenco PO con rispettive dotazioni annuali, prevede un approccio integrato a sviluppo territoriale (modalità applicazione artt. su sviluppo locale partecipativo, elenco Città partecipanti a “piattaforma per sviluppo urbano”, …).
Gli obiettivi nel regolamento generale sui fondi europei sono gli investimenti, occupazione e la Cooperazione territoriale per le tre tipologie di regioni: Regioni “sviluppate” (PIL > 95% media Ue); Regioni “in transizione” ( 75% < PIL < 95%); Regioni “meno sviluppate” (PIL < 75% media Ue).  Il regolamento rafforza l’approccio strategico della concentrazione tematica agendo con “flessibilità” nei territori diversi in quanto hanno esigenze diverse.
Il principio dell’integrazione è sostenuto a più livelli… a livello di PO (programmi operativi):  possibilità per gli Stati di definire e attuare PO multifondo (FESR, FSE, FC); a livello di sviluppo locale: strategie integrate e multisettoriali di sviluppo locale; investimenti integrati da parte di piccole comunità (Autorità locali, ONG, parti sociali); gruppi di azione locale responsabili della definizione e attuazione delle strategie; a livello di investimenti: investimenti territoriali integrati; richiede una strategia di sviluppo urbano o altre strategie o patti territoriali.
I PO sono presentati unitamente al Contratto di Partenariato (CP). Devono essere accompagnati da una valutazione ex ante. Definire una strategia relativa al contributo del PO al conseguimento obiettivi EU2020 (in coerenza con QSC e CP), le modalità per garantire l’attuazione efficace, efficiente e coordinata dei Fondi del QSC e le azioni volte a ridurre gli oneri amministrativi a carico dei beneficiari. Definire le priorità, stabilendo gli obiettivi specifici, le dotazioni finanziarie del sostegno dei Fondi del QSC e il corrispondente cofinanziamento nazionale. Stabilire indicatori per ciascuna priorità/asse che permettano di valutare i progressi nell’esecuzione del PO verso il conseguimento degli obiettivi: – indicatori finanziari relativi alla spesa assegnata - indicatori di realizzazione relativi agli interventi finanziati - indicatori di risultato relativi alla priorità.
Sappiamo che gli obiettivi di Europa 2020 per l’ITALIA sono ambiziosi: tasso di occupazione= 67/69% della popolazione tra 20 e 64 anni; spesa per ricerca = 1,53% del PIL; istruzione terziaria o equivalente= 26/27% della popolazione tra 30 e 34 anni; abbandoni scolastici = 15/16%; efficienza energetica = +13,4%; energie rinnovabili = 17% del consumo energetico; emissioni di gas serra = -13%; povertà = 2,2 milioni in meno.
Nell’ambito delle due priorità quali la crescita intelligente ed inclusiva, si è data maggiore enfasi alla competitività per la crescita e l’occupazione che ha avuto un incremento di risorse di 34 miliardi di euro. Nella tavola 1 è evidenziata la struttura del finanziamento UE sulla competitività per la crescita e l’occupazione. In totale sono stati stanziati più di 125 milioni di euro (prezzi 2011) che rappresentano il 13% del totale stanziamenti.
Tavola 1 - Quadro finanziario pluriennale (UE-28)
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Fonte: REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020.
Nel contempo è stata prevista una nuova iniziativa concernente la disoccupazione giovanile con una dotazione di 6 miliardi di euro, la metà dei quali sarà finanziata attraverso il Fondo sociale europeo (di cui 1,7 utilizzabili nel 2014 e 1,3 miliardi nel 2015 attraverso il progetto “youth employment initiative“) e l’altra metà grazie a una nuova linea di bilancio non ancora rintracciabile.
Per tutti i programmi, i singoli Stati designano un’autorità di gestione (a livello nazionale, regionale o ad altri livelli) che ha il compito di informare i potenziali beneficiari, selezionare progetti e monitorare la realizzazione in generale.
Per i giovani cittadini abbiamo a disposizione la rete Eurodesk (numerosi sportelli in tutta Italia). I Punti Locali offrono servizi gratuiti di informazione sui programmi e sulle opportunità offerte dall’Unione Europea e il Consiglio d’Europa nel settore della gioventù. Infine abbiamo la Enterprise Europe Network nata per aiutare le piccole e medie imprese a sviluppare il loro potenziale di innovazione e sensibilizzarle nei confronti delle politiche comunitarie.
Con i risultati che sono stati illustrati in questo articolo in cui nel 2012, su quasi 16 miliardi di euro di versamenti che l’Italia ha versato al bilancio generale UE, ha ricevuto soltanto 9,7 miliardi di euro di contributi con un saldo negativo di 6 miliardi di euro  è facile darsi una risposta sul danno che l’Italia ha subito fino ad oggi. Dobbiamo invertire la rotta, subito.
Prima di ricevere i fondi, le autorità dovranno dimostrare di avere attuato quadri strategici, normativi e istituzionali soddisfacenti per garantire l’uso efficiente dei finanziamenti. L’erogazione di ulteriori fondi dipenderà dai risultati ottenuti. Le procedure saranno semplificate e informatizzate, ove possibile. I criteri di ammissibilità per gli strumenti di finanziamento dell’UE saranno armonizzati, riducendo i costi. Ma sono pronte le nostre Istituzioni a queste innovazioni? Come siamo messi con l’informatizzazione?
Sappiamo che si vuole sviluppare un ambiente favorevole all’innovazione delle imprese ma come il Governo si sta attivando a farlo in senso pratico non è chiaro? Abbiamo una sintesi dell’accordo di partenariato dove si scopre che sono stati costituiti dei tavoli tecnici uno per ogni missione. Per il lavoro, competitività dei sistemi produttivi e innovazione hanno trattato i dieci obiettivi tematici tra febbraio ed aprile 2013. Sappiamo che dobbiamo aspettare l’approvazione del regolamento generale sui fondi QSC, che doveva avvenire a ottobre 2013 (ma non c’è traccia on-line), sappiamo che sulla base dei contenuti fissati sull’accordo di partenariato verranno implementati i POR (programmi operativi regionali).
Cerchiamo di evitare di creare fiumi di carte, molteplici seminari ecc. ecc. e diamo concretezza alle azioni che vogliamo intraprendere. C’è un mondo di giovani che vuole lavorare su qualcosa di concreto e che questa concretezza gli dia stimoli e soddisfazioni per uscire dai Neet (Not in Education, Employment or Training) , potremmo aiutarli concretamente basta la volontà “politica” di agire subito. Malgrado i nostri politici e la nostra crisi, ci ritroviamo per qualche incomprensibile coincidenza del destino (e in più, inconsciamente) nel ruolo di guru guida dell’aspetto più tecnologico del movimento.Cerchiamo quindi di non farci sfuggire questa occasione…concreta.
Fonte : http://www.monicamontella.it/wordpress/2013/11/08/la-nuova-rivoluzione-industriale-il-contributo-dei-maker/

sabato 2 novembre 2013

Il paese che finisce all’ospedale per colpa della cannabis

di   - 02/11/2013 - Gli abitanti dela capitale della produzione della marijuana in Albania costretti al ricovero

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EFFETTO MARIJUANA - Il quotidiano inglese The Guardian racconta come un intero paese sia finito all’ospedale per colpa della cannabis. I dottori di Gjirokastër hanno spiegato come circa settecento persone abbiano ricorso alle cure mediche per i disturbi provocati dalla coltivazione della marijuana, come vomito, dolori di stomaco, pressione alta e battito cardiaco irregolare. Il fatto è avvenuto a Lazarat, un paese che dalla fine del comunismo si è specializzato nella vendita della cannabis. Hysni Lluka, un dottore dell’ospedale più vicino, ha spiegato come negli ultimi due mesi siano arrivati al pronto soccorso fino a dieci persone ogni giorno, e molti di più si sono recati presso la struttura ospedaliera per disturbi legati all’hashish. A Lazarat circa 2 mila persone lavorano nei campi della cannabis, dove i produttori pagano otto euro per dieci chilo della droga. Tra i coltivatori ci sono anche molti rom, che hanno costruito un campo nei paraggi delle campagne dedicate alla coltivazione della marijuana.
CAPITALE DELLA CANNABIS - Uno dei motivi per cui a Lazarat si è diffusa l’epidemia dei disturbi da cannabis risiede nell’assenza di controlli statali di qualsiasi genere. La zona è stata completamente abbandonata dallo stato, a causa del dominio della criminalità. I poliziotti che si avvicinano ai campi della cannabis locale sono stati ripetutamente accolti dai colpi di kalashnikov. Per questo motivo le autorità hanno preferito di confrontarsi con la rabbia dei coltivatori locali di marijuana. Le foto aeree indicano come sessanta ettari di terreno siano stati dedicati alla coltivazione della cannabis, con circa 300 mila piante, capaci produrre circa 500 tonnellate di marijuana, la metà di quella prodotta in Albania.