mercoledì 23 gennaio 2013

Il condannato a morte che piange sulla spalla del suo boia




Scritto da Anna C. | Foto Blog – 15 ore fa
Alizera Mafiha ha 23 anni ed è condannato al patibolo per aver derubato un uomo. A Teheran, in Iran, la piazza gremita di gente attende la sua esecuzione: il processo che ha visto la sua condanna e quella di altri tre complici è stato il più seguito della nazione. Con lui l'amico e complice Mohammad Ali Sarvari, che sembra affrontare con coraggio la fine che lo attende. Alizera invece lascia il posto alla paura e, preso da sconforto, trova rifugio nell'abbraccio del suo stesso boia. Carnefice e vittima in un attimo di compassione ripreso dallo scatto di Isna Amir Pourmand dell'agenzia AP. Un'immagine che ha fatto il giro del mondo e che ha posto l'attenzione sulle leggi al limite dei diritti umani e civili che vigono in molti paesi. Alizera è reo di aver derubato un uomo di borsa e giacca sotto la minaccia di un machete. La mancanza di un lavoro e di denaro per vivere lo hanno spinto al gesto estremo.
Peccato non sapesse di essere ripreso dalle telecamere: il video della rapina è stato trasmesso sulla tv di Stato creando lo sconcerto di un intero paese. Senza contare che per l'Ayatollah Sadeq Larijani questo crimine è un Moharebeh, ovvero un'offesa contro l'Islam e lo Stato, quindi meritevole di condanna a morte. Stessa fine per l'amico Mohammad, di tre anni più giovane, che con lui ha partecipato all'aggressione, mentre per gli altri due complici la pena è di 10 anni di prigione e 74 frustate. La folla, quasi fosse una caccia alle streghe, aspetta accalcata l'esecuzione, scatta foto, ride, urla. In prima fila alcune donne, probabilmente le madri e le sorelle dei due ragazzi, piangono disperate e un paio di loro si copre il viso con le mani. Il momento è arrivato, Alizera si stacca dall'abbraccio confortante del suo boia incappucciato e raccoglie a sé quel briciolo di coraggio che gli è rimasto per avvicinarsi alla corda.